giovedì 1 settembre 2011

Angelo ,bruschette e burrata

Ieri sono uscita a cena con il caro amico e collega Angelo Orlando il quale ha da poco aperto il blog già seguitissimo "Quasi un diario".  Sbudellando una burrata  con coltello e  forchetta , mi ha detto: "Ho letto la storia di Mister B sul tuo blog.  Sei impazzita?  Non mi sarei mai aspettato da te una storia simile. Perchè non provi a raccontare di te?"

Caro Angelo , con poche parole hai centrato in pieno uno dei buchi neri del mio carattere ovvero una delle contraddizioni profonde che mi attanagliano. Ad essere precisi non si tratta di una contraddizione, piuttosto di un dilemma interiore perchè mi domando spesso: quanto si deve concedere agli altri di sè? Cosa deve essere considerato privato (nel senso di personale) e cosa può essere reso pubblico?
La risposta potrebbe sembrare scontata, ma non lo è per niente.

Il dilemma nasce dal fatto che io per lavoro abbia scelto di fare l'attrice: un mestiere che , per senso comune,  comporta la possibilità, se non il diritto non scritto da parte chiunque di ficcare il naso nella mia vita senza chiedere. E questo mi fa ridere... voglio dire... non sono mica Laura Chiatti! Eppure per le persone di educazione telisivo-berlusconiana sembra che a alla parola attrice   conseguano naturalmente " ansia di apparire" e "far parlare di sè in tutti sensi purchè se ne parli".

Se mi trovo su un set posso dire di muovermi tranquilla come a casa, allo stesso modo in cui potrebbe fare l'idraulico in cucina per riparare un tubo rotto, ma se qualcuno che conosco poco entra in casa mia mi sento sulle spine. Credo che anche l'idraulico si sentirebbe a disagio con un estraneo in casa.
Non che io abbia nulla da nascondere, anzi :molti dei miei amici non ne possono più di ascoltare il racconto di come mi sono lasciata col mio ex, delle ansie per il futuro , etc..... (oddio l'ho pure scritto qui), ma mi sorprende l'istinto della tigre femmina che deve proteggere la tana. Una voce dentro di me mi sussurra: attenta, se lo sconosciuto si avvicnina  troppo sarai costretta a morderlo perchè potrebbe ferirti!
Un'esame superficiale da psicologoia spicciola mi accuserebbe di trauma infantile e conseguente diffidenza. Io dico che un morso ogni tanto rende sicuri di sè e allontana quelli con le cattive intenzioni.
Nonostante tutto questo ho deciso di aprire un blog, proprio come se desiderassi condividere pubblicamente i miei pensieri più intimi e dunque come se volessi regalare le chiavi di casa  mia in giro. Eureka : ecco la contraddizione fattasi dilemma! Della serie: ti voglio in casa mia anche se non so chi sei, ma le regole le faccio io!

Caro Angelo penso proprio che tu abbia ragione:  la necessità di imparare quale possa essere la giusta distanza tra me, i miei pensieri e il mondo è stata il motore profondo che mi ha spinto ad aprire questo blog su internet. Anche la storia di Mister B che ti fa così inpressione fa parte di me: si tratta di un sogno che ho fatto e ripeto spesso al quale si aggiungono vicende e dettagli notte dopo notte. Attraverso Mister B e le storie diverse che posterò, raggiungerò il primo compromesso storico con me stessa : aprirò agli altri il mio mondo fatto di storie noir al limite del nonsense  e imparerò ad aprire chiaramente i miei pensieri a chi vorrà accoglierli scegliendo di scrivere anche post del tutto personali . Ci proverò Angelo, promesso. Anche se in fondo all'anima resta la consapevolezza che la vera libertà di condivisione potrò viverla sempre e comunque viaggiando con la psukè sulla linea sottile che segna il confine tra verità e finzione ...
Lascerò aperta la porta di casa mia  senza paura. Come dice un nostro maestro comune: la paura è la prima assassina della creazione!
Tuttavia aggiugerei: ma lasciate ogni speranza voi ch'entrate....

....grazie della cena a base di bruschette al pomodoro e burrata!


lunedì 22 agosto 2011

Mister B... Che fine hai fatto?



Mister B non aveva proprio idea di chi poteva essere a volerlo morto. L'unica cosa di cui era certo era che non aveva mai visto quella donna bionda nel  suo ufficio. L'immagine degli occhi di lei  gli si era impressa nella  mente e lo turbava molto.
Il commissario continuò: “La riconosce questa? “ . Poi estrasse dalla tasca della giacca una chiave lunga d'acciaio scintillante.
“E' la chiave di casa mia “ rispose Mister B ed ebbe un'illuminazione: si ricordò di avere da tempo  un debito con il ferramenta sotto casa.  Era passato da lui mesi prima per fare una copia della chiave del suo appartmaneto  e al momento di pagare si era accorto di non avere contanti. Aveva preso la chiave e promesso  saldare il conto di pochi euro il giorno seguente. Non andò mai più al negozio del fabbricante di chiavi e fino a quel momento  si era dimenticato del debito .
“Esatto ” rispose il commissario. Rimise la chiave in tasca e se ne andò.
Mister B si alzò dal letto per seguirlo, ma era ancora troppo debole e cadde a terra. Con movimenti lenti si alzò dal pavimento, si vestì e uscì nel corridoio. Chiese a un'infermiera il nome del commissario , ma non seppe rispondergli. Chi era davvero quell'uomo?
Stava tornando verso la sua stanza  quando intravide una faccia conosciuta in attesa davanti alle porte meccaniche dell'ascensore: il fabbricante di chiavi .  L'ascensore arrivò al piano, l'uomo salì e un'attimo prima della chiusura delle porte alzò lo sguardo di scatto verso Mister B. Il fabbricante di chiavi sapeva che lui lo stava guardando.
Mister B si decise ad affrontarlo: lo avrebbe ripagato e gli avrebbe chiesto di cambiargli la serratura di casa prima che il commissario o chiunque altro potesse entrare nel suo appartamento.
Andò alle porte meccaniche, schiacciò il pulsante e si mise in attesa.
Salì sull'ascensore, ma tra il quinto e il quarto
 piano  si bloccò e  la luce al neon si spense. A tastoni ispezionò le pareti della cabina e   schiacciò  tutti i pulsanti che sentì sotto le dita : non partì nessun allarme.  Mister B inspirò profondamente per cercare di calmare il battito cardiaco, quando  sentì un ruomore dietro di sé. Si spandeva nel buio un'altro respiro oltre  al suo: c'era   qualcuno alle sue spalle!  Un sussurro  gli gelò il sangue .  “ Tu sai ”  gli soffiò una voce sottile all'orecchio.
Mister B rimase paralizzato dal terrore alcuni secondi, poi si voltò di scatto e sferrò un pugno con tutta la forza che aveva. Colpì la porta dell'ascensore : le luci si riaccesero  e l'apparecchio si rimise in moto.
Non c'era nessuno con lui nella cabina.
Al quarto piano le porte si aprirono, Mister B  cercò di scendere, ma fu assalito dalla fretta di quattro infermieri e un un paziente in sedia rotelle che salirono con lui. Per fare spazio al ragazzo disabile un'infermiera appoggiò il suo corpo a quello di Miser B.  I riccioli rossi della donna emanavano un profumo struggente e le forme di lei parevano adattarsi perfettamente al corpo magro e allampanato di lui. L'ascensore si bloccò di nuovo, le luci si spensero e tutto avvenne in pochi secondi: lei alzò il viso verso di lui e lo baciò intensamente. Mister B bevve il sapore delle sue labbra e la strinse a sé con forza fino a quando  nel buio si sentì afferrato  da braccia potenti. Mani grosse lo immobilizzarono e imbavagliarono.
Quando le luci si accesero cinque minuti dopo Mister B era legato alla sedia a rotelle al posto del paziente con le labbra incollate da una sostanza amara e bagnata.
Il ragazzo che fino a pochi minuti prima credeva disabile, era in piedi di fronte a lui e indossava i suoi abiti e i suoi occhiali.
I due si guardarono e lui gli sorrise.
Le porte si aprirono: erano arrivati al piano terra.
Il suo sosia e i tre infermeri si dileguarono in fretta , mentre la donna con i capelli rossi spinse fuori Mister B sulla carrozzella. L'ospedale era animato dal passaggio di medici e pazienti.  Lui cercò di gridare  aiuto, ma la bocca rimase serrata da quella sostanza viscida. Al secondo tentativo , si strappò parte del labbro superiore  per cercare di aprire la bocca e urlò di dolore. Uscì un rantolo trattenuto che rimbombò per il corridoio.
“Poverino!” sussurrò al marito una signora in attesa di una radiografia.
La donna dai capelli rossi lo spinse all'esterno del'ospedale dove un'ambulanza li stava aspettando con il portellone posteriore aperto.
I due salirono, e l'ambulanza fu inghiottita dalla città.
Che fine hai fatto Mister B?

mercoledì 17 agosto 2011

IL TENTATO OMICIDIO DI MR. B


In questi giorni io non appaio come soggetto dei miei sogni, ma sono spettatrice passiva delle vicende che accadono a Mister B: un giovane uomo bruno e alto sempre in giacca e camicia, ma senza cravatta.
Questa notte mi sono addormentata verso le due  e ho assistito al suo tentato omicidio...

Mister B (by Mimosa)
Mister B lavorava per una società molto importante che aveva sede all'interno di un palazzone a vetri all'Eur. Per avere un posto nell'ufficio di Mister B era determinante avere prontezza di spirito e una grande capacità di mantenere segrete le proprie attività.
Mister B, all'inizio del sogno, si trovava al lavoro. La sua postazione computer era circondata da porte a vetri dietro le quali B notò un’andirivieni sospetto . Quella mattina in particoare gli sembrava che i suoi colleghi lo osservassero furtivamente. Lo turbò una donna: una quarantenne con occhi grandi azzurri e i capelli biondi raccolti sulla nuca. Dimostrava meno della sua età , ma era vestita da donna anziana con una camicetta di pizzo larga e una gonna longhette a vita alta grigio fumè. B avrebbe voluto sorriderle se non fosse stato irritato da uno strano presentimento e dalla sensazione pungente di non averla mai vista in nessun reparto del palazzo.
Lei lo fissò attraente, camminando lentamente lungo i vetri senza mai battere le palpebre.
B era inquieto, ma capì di trovarsi in pericolo solo quando squillò il suo telefono. Era un certo M., il suo amico più fidato che lavorava in un altro settore dell'organizzazione della società di cui,come raccomandato dai suoi capi, non avrebbe dovuto conoscere nessuna operazione . M. gli raccomandò di allontanarsi immediatamente dall’ufficio e di chiudersi in casa fino a nuove direttive, pena :la sua morte.

Quando fu a casa, chiuse a doppia mandata la porta, serrò le finestre, tappò tutti gli scarichi delle tubature e si mise sul letto.

Fissava il soffitto cercando la spiegazione di ciò che gli stava accadendo tra le crepe dell’intonaco. Passarono ore o forse giorni, non si sa. Dormì e si risvegliò più volte fino a quando scorse un insetto camminare sull’orlo di una crepa . Uno scorpione rosso attraversò il soffitto, scese sulla parete, poi percorse un tratto di parquet e salì sul suo letto.
Si infilò sotto le coperte mentre lui inerte non osava muovere un muscolo. Perché Mister B non scappò?
eccoloo! (by Mimosa)
Lo scorpione lo punse sulla scapola sinistra. Lui urlò.
Si alzò terrorizzato e corse verso il telefono per chiamare aiuto. La linea era staccata. Prese la chiave per aprire la porta di casa e mentre la girava nella serratura, gli sembrava di perdere forza nelle mani .
Scese in strada gridando e chiedendo aiuto, ma la lingua stava cominciando a gonfiarsi e la sua capacità di gridare e parlare si faceva ogni minuto più flebile. Nessuno per strada pareva accorgersi di lui o sentire la sua voce.
Entrò nel primo negozio che vide:" Materassi per tutti". Il negozio sembrava deserto, quando spuntò la testa della commessa tra i materassi in esposizione... era nuda con un uomo e si rivestì in fretta per parlare con lui. Mister B ciancicò qualcosa con la lingua gonfia di veleno di scorpione e lei gridò per difendere il suo amante: ”Giuro che lui non c’entra. Io ho già pagato tutto!”

Mister B esasperato si ributtò in strada. Sentì le mani perdere qualsiasi capacità di reazione. Entrò nell’atrio dell’hotel di fronte al negozio di materassi . Lo accolse un'inserviente vestita di verde con un cappellino da pilota bordato d’oro . Lui tentava di gridare e si sforzava di alzare le mani per farle capire a gesti che era in pericolo di morte e aveva perso non solo la capacità di parlare ma anche l’uso delle mani.
Siamo attrezzati per i disabili (by Mimosa)
Tutto quello che usciva dalla sua bocca erano rantoli biascicati e muoveva il corpo con una strana danza di spalle e braccia molli.
“Non si preoccupi, non si agiti. Siamo attrezzati anche per i disabili !” disse lei con il sorriso timbrato sulla faccia. Estrasse un deplian dalla giacca e lo aprì davanti agli occhi di Mister B. : “Abbiamo stanze per tutti i gusti. La singola viene 31 euro più 10, se vuole la colazione.”

Mister B era di nuovo in strada… Cercava di trascinarsi con tutte le sue forze verso una stazione di taxi quando i suoi piedi si paralizzarono del tutto. Cadde sul marciapiede. Le gambe non davano più segni di vita, le braccia erano dure e inerti, la lingua era così gonfia da  impedirgli di respirare. Aveva quasi perso i sensi quando una macchina si fermò.
“Sono un medico…. Si sente bene?”
Spruzza che ti passa (by Mimosa)
Un uomo calvo con gli occhiali spessi gli salvò la vita.
Con una pompetta simile a quella per spruzzare i profumi riuscì a sottrarre un po’ di veleno dal suo corpo. Infilò una cannuccia nella ferita e a furia di pompare, spruzzò il sangue infetto in una bottiglietta.
Mister B perse i sensi.

Quando si svegliò era di nuovo in un letto, ma le finestre erano spalancate e tutti gli scarichi aperti: era in ospedale sotto osservazione di un tizio che si aggirava per la stanza . L'uomo dichiarò di essere l’ispettore di polizia e gli disse che non era stato lo scorpione ad avvelenarlo: uno dei suoi colleghi aveva infilato un potente veleno nel piccolo contenitore spray che  Mister B era solito spruzzare sulle lenti degli occhiali per pulirli. Si sospettava di una donna… una certa S che nei giorni precedenti era stata assunta presso la  società in sostituzione di una segretaria che si era data malata e poi era stata trovata strangolata nel suo letto.
”Perché la vogliono morto Mister B.? gli chiese il commissario.

martedì 2 agosto 2011

CINEMA INDIPENDENTE E COMA ETILICO

Ieri è  pomeriggio al Teatro Valle è successo qualcosa: Attori, giornalisti, autori e registi si sono trovati a parlare con Gianluca Arcopinto e Gianani del cinema Italiano. Tre ore intense di dibattito in cui ognuno ha detto la sua e si è sognato insieme di poter costruire una proposta per un cinema diverso.
Il dibattito è stato intenso, a tratti tragicomico a causa di interventi incomprensibili anche se carichi di partecipazione emotiva.
La serata post assemblea è passata in allegria con la compagnia di amici di vecchia data e alle 2 notte ero seduta nel bar di fronte al Valle in compagnia di Ciccio e Roby( ex compagni del Centro Sperimentale di Cinematografia) e Andrea De rosa ( amico caro) . Ci stavamo alzando per tornare a casa quando vedo passare in tutta fretta Ivo ,il gestore del bar in all'angolo che conosco da una vita.
 " Ragazzi avete visto Fra?" Si riferisce a un regista amico in comune. "No"
"Andiamo tutti a casa sua a fare festa"
Abbiamo accettato volentieri  l'autoinvito che Ivo ci proponeva a casa di Francesco anche perchè l'appartamento di lui si trova  a pochi passi dal teatro, ripromettendoci l'un l'altro di non fare troppo tardi.
Sotto il suo portone due ragazze spagnole mi fermano: una, completamente ubriaca è sorretta dall'amica. 
"In English please" le dico 
"She's drunk, she needs something to eat"
Tutti  ci guardiamo per farci venire in mente un posto aperto, poi sentiamo un grido e alziamo la testa. Francesco dalla finestra di casa urla con voce nasale " Portatele su!!! "
Roby e Ciccio afferrano la ragazza ubriaca per le ascelle, entriamo nel portone e cominciamo a salire i gradini di una infinita scala a chiocciola molto stretta.
"Portatela in bagno", ci ha accolto Fra.
Così la spagnola è finita abbracciata alla tazza del cesso, Fra si è messo a cucinare  bistecche e hamburger per le ragazze e noi ci siamo messi a fumare in salotto sdraiati sui cuscini rossi arabi buttati sul tappeto.
"Ragazzi... sabato sera ho passato una serata che è finita lunedì mattina" ha esordito Ivo
"E la domenica l'hai saltata?" ride Andrea.
Tra risate, vomitate , bistecche vino e sigarette si è fatta l'alba. Se non fosse per quella ragazza spagnola ubriaca quasi in coma etilico che mi ha fatto proprio spaventare... non si reggeva in piedi e parlava a malapena. A vederla ridotta così mi si sono davvero attorcigliate le budella! Quando ce ne siamo andati lei dormiva sul letto di Fra...chissà cosa ricorderà di questa nottata romana...

domenica 31 luglio 2011

NUOVO VECCHIO IMAIE....FASE PONTE .... NON CI SI CAPISCE NULLA

Ieri pomeriggio sono passata a Valle Occupato, ma non sono entrata quasi per niente a vedere lo spettacolo.   Ho incontrato amici con cui ho riso e  mi sono divertita e poi l'attrice Cinzia Mascoli e Alberto Molinari che mi hanno "costretto" ad una riflessione approfondita per quanto riguarda la questione dell'Imaie. All'inizio ho ammesso subito la mia ignoranza al riguardo... della serie... sì ho sentito dire, ma sono un pò confusa al riguardo. poi ho scoperto che tra gli attori esiste una grandissima confusione e non sono certo l'unica a non essere informata riguardo a che cosa sia esattamente, quali servizi debba  fornire e quali siano i diritti effettivi degli artisti. Quasi tutti gli attori sanno che  l'Imaie ha chiuso e si sta formando il cosidetto "NUOVO IMAIE".  in questo momento il denaro che appartiene di diritto agli artisti è trattenuto fino ad una definitiva ipotetica riorganizzazione dell'imaie e approvazione della ripartizione dei fondi da parte del ministero secondo quella che è stata definita "fase ponte". Le informazioni che ho ricevuto da Cinzia e Alberto MI HANNO FATTO ATTORCIGLIARE LE BUDELLA:

1) tutti gli artisti hanno  per legge il "diritto inalienabile " di ricevere quanto gli è dovuto per i diritti anche se NON sono iscritti all'Imaie.

2) L'Imaie ha chiuso con nelle casse  più di 120 000 000 di Euro

3) quelli che facevano parte dell'organismo della Vecchia Imaie e l'hanno portata sulla via della chiusura sono gli stessi che la stanno rifondando

4) non esiste una rappresentanza seria degli artisti che possa far valere la voce di noi attori e musicisti all'interno degli organi decisionali.

5) la maggioranza degli attori non sa nemmeno a cosa si riferiscano le iniziali di "IMAIE" ovvero ISTITUTO MUTUALISTICO per la tutela dei diritti di ATTORI, INTERPRETI ed ESECUTORI

Per saperne di più visitate il blog di Artisti 7607 che ha appena intrapreso un'interrogazione parlamentare al riguardo.....

http://artisti7607.blogspot.com/

CHIAVE DI SOL

Quando il giorno comincia a non bastarti le ore in cui stare sveglia si allungano fino a notte fonda.
Poi anche la notte finisce e l'alba ti trova ancora sveglia.
I giorni non bastano per il lavoro, l'amore e soprattutto per pensare. Stasera i fulmini impazzano su Roma. I tuoni spaccano l'aria e la città è bagnata. Ecco che finisci con i pensieri annegati nella cioccolata calda e ti metti a sonnecchiare. Avresti voglia di uscire , ma il rumore della pioggia scorciante ti costringe a desistere.
Sprofondi sul divano e affondi nei pensieri . Ecco che mi viene in mente la chiave di sol e scopro che non è solo la chiave di violino musicale. È una chiave di volta per il pensiero. S come soggetto, O come oggetto e L come luogo. Altro che musica.

giovedì 28 luglio 2011

LA DONNA CHE VISSE DUE VOLTE

Una persona speciale mi ha raccontato una storia .
E' notte fonda e uomo guida il camion lungo l'autostrada.
Una donna cammina lungo il guard rail . E' in camicia da notte e fà l'autostop.
L'uomo sul camion la vede chiedere il passaggio e si ferma. Lei sale: é in camicia da notte e trema tutta.
Lei sorride. Lui sorride.
"Vado verso Teramo."
"Anch'io"
"Vuoi che ci fermiamo a bere qualcosa di caldo all'autogrill?"
"Volentieri, grazie."
Il camion svolta verso il parcheggio dell'autogrill.
Al primo alito di vento lei trema forte.
"Prendi il mio giaccone" dice lui e la sommerge dolcemente con il suo giubbotto.
Al bancone del bar lei prende un cappuccino. Al primo sorso le scivola del latte sulla giacca.
"Scusami, se mi accompagni a casa lo faccio lavare da mia madre."
"Non preoccuparti"
"Insisto" . Lui sorride. Lei arrosisce.
L'uomo l'accompagna a casa, una villetta in periferia. La guarda entrare nel portone.
Qualche giorno dopo l'uomo torna a casa della donna per rivederla con a scusa di dover recuperare il giubbotto.
Suona il campanello e gli apre una signora anziana.
"Buongiorno. Ho accompagnato qui una donna qualche notte fa. Aveva il mio giubbotto."
"Qui non c'è nessuna donna"
"Era mora ,  con gli occhi scuri, alta e molto magra. Indossava una camicia da notte azzurra di seta. Aveva molto freddo e l'ho coperta col mio giubbotto."
"E' impossibile, mia figlia è morta da vent'anni"
L'uomo insiste. Lei e viva e lui lo può provare.
Non si da per vinto e convince la madre a far riesumare la salma.
Quando la bara viene riaperta la donna è lì sdraiata: indossa una camicia da notte azzurra e un giaccone con una macchia di latte sul petto.
MI SI SONO ATTORCIGLIATE LE BUDELLA!!!





mercoledì 27 luglio 2011

ebbene sì : MI SI SONO ATTORCIGLIATE LE BUDELLAAA!!!!

Ricordate la battuta storica di Julia Roberts nel film "Pretty woman"  quando Richard Gere le regala quel collier di dimanti da principessa e poi la porta all'opera a vedere Madama Butterfly ? una signora anziana  alla fine le chiede se l'opera le è piaciuta e lei risponde singhiozzando: "MI SI SONO ATTORCIGLIATE E BUDELLA". La signora é scandalizzata e il mitico Richard precisa: "dice che é STATA MOLTO BELLA".
Cara signora, c'è poco da scandalizzarsi : le budella si attorcigliano eccome!
A me in particolare  si attorcigliano spesso. TROPPO SPESSO.  Mi capita in occasioni piacevoli come a Julia ma soprattutto in quei momenti tipici di incazzatura dei quali ultimamente non posso a fare a meno. Non solo mi si attorcigiano: mi viene la colite ,  si producono gas interni rumorosi, lo stomaco mi brucia e peggioro la situzione assumendo Nutella a tutte le ore come medicina.
Questo sarà il blog degli attorcigliamenti di budella. Fatevi avanti se avete qualche sassolino nella scarpa di cui liberarvi che è stato causa per troppo tempo di attorcigliamenti vari!!!
baci attorcigliosi