Oggi pomeriggio affronto il gelo di Roma per andare alla libreria Mondadori. Cerco un libro di un certo Rudolf Steiner. Per evitare di perdermi tra gli scaffali alla ricerca dell'autore, con il rischio di arrivare alla cassa carica di qualsiasi cosa mi abbia incuriosito e di spendere l'affitto in libri, mi avvicino al punto informazioni, dove un ragazzo moro in divisa rossa sta smanettando con il pc del negozio. Sul cartellino appuntato sul suo petto c'è scritto :Marco Mondadori librerie.
"Ciao, cerco un libro di Rudolf Steiner... Il titolo è..."
Lui mi interrompe subito.
"Mi spiace, per queste cose deve andare in Libreria"
Cioè?
Rimango interdetta. Lui precisa:
"si, noi ormai siamo considerati centro commerciale, anche se ancora internamente lottiamo per avere un catalogo. Ci considerano 'centro commerciale' e i centri commerciali hanno solo titoli best seller, novità o grandi classici per le scuole."
Insisto. "Ma qui vendete libri, non posso ordinarlo?!"
Lui fa di no con la testa. "Perché non lo ordina su internet? Ormai è la cosa migliore. Si risparmia anche"
"Perché mi piace acquistarlo fisicamente" gli rispondo, anche un po' seccata.
A quel punto Marco si fa più vicino e mi spiega più dettagliatamente:
"Non dica che gliel'ho detto io, ma ormai le case editrici tematiche o più piccole sono escluse dalle grandi librerie , quasi non vengono neanche più rappresentate da agenti. Noi per esempio, con la casa editrice Antroposofica che pubblica Steiner, non abbiamo più nessun contatto da tempo. Non riceviamo neanche il rappresentante , anche se si presenta qui di persona. I nostri capi ai piani alti, gestiscono i negozi secondo le categorie 'centri commerciali' e 'librerie della città''. Noi siamo un centro commerciale. Lei Deve andare in una libreria della città. "
Per un attimo mi ricordo dei lunghi scaffali alla Mondadori a Milano in cui andavo ai tempi del liceo: c'erano pile di libri di Steiner... Neanche avessi chiesto libri introvabili o fuori produzione...
Esco in strada e non mi do per vinta, cercherò il libro da qualche altra parte. Troverò una ' libreria della città '. Chissà se lo è Feltrinelli. Eppure mi sento strana. Ho appena scoperto che la Mondadori non è piu considerata una libreria e la cosa , lo ammetto, mi ha alquanto scombussolato.
Per non parlare della classificazione adottata: nelle 'librerie della città' sono ammessi il catalogo, la varietà di titoli, la libertà di scegliere cosa vendere e cosa acquistare, mentre nel centro commerciale no. Al centro commerciale, si trovano solo libri best seller, con le copertine colorate come le caramelle e le buste delle patatine fritte. Chi va al centro commerciale non ha la possibilità nemmeno casuale di incuriosisrsi trovando una copertina monocromatica, un titolo con più di 4 parole, ma soprattutto il cliente non è considerato un lettore degno di un catalogo ricco e vario come quello delle 'librerie della città'. Certo, in città sono tutti degli intellettuali filosofi, mentre in periferia , nei paesi e soprattutto nei centri commerciali, sono tutti ignoranti e qualunquisti. No?!
Insomma per la legge di mercato è come se fossi andata da McDonald per ordinare un filetto, da Decathlon per una barca a vela, da Accessorize per un diamante. Scema, io.
Ma si può paragonare un libro ad un hamburger?
Sí, ma in realtà No. Sono confusa. A cena mangio un hamburger, mi è venuta voglia.
Stasera spegnerò la luce e prima di dormire invocherò lo spirito di Andy Warhol. Forse mi parlerà in sogno e avrò le risposte che cerco.
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