...Emotion Blog... Emozioni quotidiane che ti fanno aggrovigliare le budella...
lunedì 22 agosto 2011
Mister B... Che fine hai fatto?
Mister B non aveva proprio idea di chi poteva essere a volerlo morto. L'unica cosa di cui era certo era che non aveva mai visto quella donna bionda nel suo ufficio. L'immagine degli occhi di lei gli si era impressa nella mente e lo turbava molto.
Il commissario continuò: “La riconosce questa? “ . Poi estrasse dalla tasca della giacca una chiave lunga d'acciaio scintillante.
“E' la chiave di casa mia “ rispose Mister B ed ebbe un'illuminazione: si ricordò di avere da tempo un debito con il ferramenta sotto casa. Era passato da lui mesi prima per fare una copia della chiave del suo appartmaneto e al momento di pagare si era accorto di non avere contanti. Aveva preso la chiave e promesso saldare il conto di pochi euro il giorno seguente. Non andò mai più al negozio del fabbricante di chiavi e fino a quel momento si era dimenticato del debito .
“Esatto ” rispose il commissario. Rimise la chiave in tasca e se ne andò.
Mister B si alzò dal letto per seguirlo, ma era ancora troppo debole e cadde a terra. Con movimenti lenti si alzò dal pavimento, si vestì e uscì nel corridoio. Chiese a un'infermiera il nome del commissario , ma non seppe rispondergli. Chi era davvero quell'uomo?
Stava tornando verso la sua stanza quando intravide una faccia conosciuta in attesa davanti alle porte meccaniche dell'ascensore: il fabbricante di chiavi . L'ascensore arrivò al piano, l'uomo salì e un'attimo prima della chiusura delle porte alzò lo sguardo di scatto verso Mister B. Il fabbricante di chiavi sapeva che lui lo stava guardando.
Mister B si decise ad affrontarlo: lo avrebbe ripagato e gli avrebbe chiesto di cambiargli la serratura di casa prima che il commissario o chiunque altro potesse entrare nel suo appartamento.
Andò alle porte meccaniche, schiacciò il pulsante e si mise in attesa.
Salì sull'ascensore, ma tra il quinto e il quarto
piano si bloccò e la luce al neon si spense. A tastoni ispezionò le pareti della cabina e schiacciò tutti i pulsanti che sentì sotto le dita : non partì nessun allarme. Mister B inspirò profondamente per cercare di calmare il battito cardiaco, quando sentì un ruomore dietro di sé. Si spandeva nel buio un'altro respiro oltre al suo: c'era qualcuno alle sue spalle! Un sussurro gli gelò il sangue . “ Tu sai ” gli soffiò una voce sottile all'orecchio.
Mister B rimase paralizzato dal terrore alcuni secondi, poi si voltò di scatto e sferrò un pugno con tutta la forza che aveva. Colpì la porta dell'ascensore : le luci si riaccesero e l'apparecchio si rimise in moto.
Non c'era nessuno con lui nella cabina.
Al quarto piano le porte si aprirono, Mister B cercò di scendere, ma fu assalito dalla fretta di quattro infermieri e un un paziente in sedia rotelle che salirono con lui. Per fare spazio al ragazzo disabile un'infermiera appoggiò il suo corpo a quello di Miser B. I riccioli rossi della donna emanavano un profumo struggente e le forme di lei parevano adattarsi perfettamente al corpo magro e allampanato di lui. L'ascensore si bloccò di nuovo, le luci si spensero e tutto avvenne in pochi secondi: lei alzò il viso verso di lui e lo baciò intensamente. Mister B bevve il sapore delle sue labbra e la strinse a sé con forza fino a quando nel buio si sentì afferrato da braccia potenti. Mani grosse lo immobilizzarono e imbavagliarono.
Quando le luci si accesero cinque minuti dopo Mister B era legato alla sedia a rotelle al posto del paziente con le labbra incollate da una sostanza amara e bagnata.
Il ragazzo che fino a pochi minuti prima credeva disabile, era in piedi di fronte a lui e indossava i suoi abiti e i suoi occhiali.
I due si guardarono e lui gli sorrise.
Le porte si aprirono: erano arrivati al piano terra.
Il suo sosia e i tre infermeri si dileguarono in fretta , mentre la donna con i capelli rossi spinse fuori Mister B sulla carrozzella. L'ospedale era animato dal passaggio di medici e pazienti. Lui cercò di gridare aiuto, ma la bocca rimase serrata da quella sostanza viscida. Al secondo tentativo , si strappò parte del labbro superiore per cercare di aprire la bocca e urlò di dolore. Uscì un rantolo trattenuto che rimbombò per il corridoio.
“Poverino!” sussurrò al marito una signora in attesa di una radiografia.
La donna dai capelli rossi lo spinse all'esterno del'ospedale dove un'ambulanza li stava aspettando con il portellone posteriore aperto.
I due salirono, e l'ambulanza fu inghiottita dalla città.
Che fine hai fatto Mister B?
mercoledì 17 agosto 2011
IL TENTATO OMICIDIO DI MR. B
In questi giorni io non appaio come soggetto dei miei sogni, ma sono spettatrice passiva delle vicende che accadono a Mister B: un giovane uomo bruno e alto sempre in giacca e camicia, ma senza cravatta.
Questa notte mi sono addormentata verso le due e ho assistito al suo tentato omicidio...
Questa notte mi sono addormentata verso le due e ho assistito al suo tentato omicidio...
Mister B (by Mimosa) |
Mister B, all'inizio del sogno, si trovava al lavoro. La sua postazione computer era circondata da porte a vetri dietro le quali B notò un’andirivieni sospetto . Quella mattina in particoare gli sembrava che i suoi colleghi lo osservassero furtivamente. Lo turbò una donna: una quarantenne con occhi grandi azzurri e i capelli biondi raccolti sulla nuca. Dimostrava meno della sua età , ma era vestita da donna anziana con una camicetta di pizzo larga e una gonna longhette a vita alta grigio fumè. B avrebbe voluto sorriderle se non fosse stato irritato da uno strano presentimento e dalla sensazione pungente di non averla mai vista in nessun reparto del palazzo.
Lei lo fissò attraente, camminando lentamente lungo i vetri senza mai battere le palpebre.
B era inquieto, ma capì di trovarsi in pericolo solo quando squillò il suo telefono. Era un certo M., il suo amico più fidato che lavorava in un altro settore dell'organizzazione della società di cui,come raccomandato dai suoi capi, non avrebbe dovuto conoscere nessuna operazione . M. gli raccomandò di allontanarsi immediatamente dall’ufficio e di chiudersi in casa fino a nuove direttive, pena :la sua morte.
Quando fu a casa, chiuse a doppia mandata la porta, serrò le finestre, tappò tutti gli scarichi delle tubature e si mise sul letto.
Fissava il soffitto cercando la spiegazione di ciò che gli stava accadendo tra le crepe dell’intonaco. Passarono ore o forse giorni, non si sa. Dormì e si risvegliò più volte fino a quando scorse un insetto camminare sull’orlo di una crepa . Uno scorpione rosso attraversò il soffitto, scese sulla parete, poi percorse un tratto di parquet e salì sul suo letto.
Si infilò sotto le coperte mentre lui inerte non osava muovere un muscolo. Perché Mister B non scappò?
Si alzò terrorizzato e corse verso il telefono per chiamare aiuto. La linea era staccata. Prese la chiave per aprire la porta di casa e mentre la girava nella serratura, gli sembrava di perdere forza nelle mani .
Scese in strada gridando e chiedendo aiuto, ma la lingua stava cominciando a gonfiarsi e la sua capacità di gridare e parlare si faceva ogni minuto più flebile. Nessuno per strada pareva accorgersi di lui o sentire la sua voce.
Entrò nel primo negozio che vide:" Materassi per tutti". Il negozio sembrava deserto, quando spuntò la testa della commessa tra i materassi in esposizione... era nuda con un uomo e si rivestì in fretta per parlare con lui. Mister B ciancicò qualcosa con la lingua gonfia di veleno di scorpione e lei gridò per difendere il suo amante: ”Giuro che lui non c’entra. Io ho già pagato tutto!”
Mister B esasperato si ributtò in strada. Sentì le mani perdere qualsiasi capacità di reazione. Entrò nell’atrio dell’hotel di fronte al negozio di materassi . Lo accolse un'inserviente vestita di verde con un cappellino da pilota bordato d’oro . Lui tentava di gridare e si sforzava di alzare le mani per farle capire a gesti che era in pericolo di morte e aveva perso non solo la capacità di parlare ma anche l’uso delle mani.
Siamo attrezzati per i disabili (by Mimosa) |
“Non si preoccupi, non si agiti. Siamo attrezzati anche per i disabili !” disse lei con il sorriso timbrato sulla faccia. Estrasse un deplian dalla giacca e lo aprì davanti agli occhi di Mister B. : “Abbiamo stanze per tutti i gusti. La singola viene 31 euro più 10, se vuole la colazione.”
Mister B era di nuovo in strada… Cercava di trascinarsi con tutte le sue forze verso una stazione di taxi quando i suoi piedi si paralizzarono del tutto. Cadde sul marciapiede. Le gambe non davano più segni di vita, le braccia erano dure e inerti, la lingua era così gonfia da impedirgli di respirare. Aveva quasi perso i sensi quando una macchina si fermò.
“Sono un medico…. Si sente bene?”
Con una pompetta simile a quella per spruzzare i profumi riuscì a sottrarre un po’ di veleno dal suo corpo. Infilò una cannuccia nella ferita e a furia di pompare, spruzzò il sangue infetto in una bottiglietta.
Mister B perse i sensi.
Quando si svegliò era di nuovo in un letto, ma le finestre erano spalancate e tutti gli scarichi aperti: era in ospedale sotto osservazione di un tizio che si aggirava per la stanza . L'uomo dichiarò di essere l’ispettore di polizia e gli disse che non era stato lo scorpione ad avvelenarlo: uno dei suoi colleghi aveva infilato un potente veleno nel piccolo contenitore spray che Mister B era solito spruzzare sulle lenti degli occhiali per pulirli. Si sospettava di una donna… una certa S che nei giorni precedenti era stata assunta presso la società in sostituzione di una segretaria che si era data malata e poi era stata trovata strangolata nel suo letto.
”Perché la vogliono morto Mister B.? gli chiese il commissario.
martedì 2 agosto 2011
CINEMA INDIPENDENTE E COMA ETILICO
Ieri è pomeriggio al Teatro Valle è successo qualcosa: Attori, giornalisti, autori e registi si sono trovati a parlare con Gianluca Arcopinto e Gianani del cinema Italiano. Tre ore intense di dibattito in cui ognuno ha detto la sua e si è sognato insieme di poter costruire una proposta per un cinema diverso.
Il dibattito è stato intenso, a tratti tragicomico a causa di interventi incomprensibili anche se carichi di partecipazione emotiva.
La serata post assemblea è passata in allegria con la compagnia di amici di vecchia data e alle 2 notte ero seduta nel bar di fronte al Valle in compagnia di Ciccio e Roby( ex compagni del Centro Sperimentale di Cinematografia) e Andrea De rosa ( amico caro) . Ci stavamo alzando per tornare a casa quando vedo passare in tutta fretta Ivo ,il gestore del bar in all'angolo che conosco da una vita.
" Ragazzi avete visto Fra?" Si riferisce a un regista amico in comune. "No"
"Andiamo tutti a casa sua a fare festa"
Abbiamo accettato volentieri l'autoinvito che Ivo ci proponeva a casa di Francesco anche perchè l'appartamento di lui si trova a pochi passi dal teatro, ripromettendoci l'un l'altro di non fare troppo tardi.
Sotto il suo portone due ragazze spagnole mi fermano: una, completamente ubriaca è sorretta dall'amica.
"In English please" le dico
"She's drunk, she needs something to eat"
Tutti ci guardiamo per farci venire in mente un posto aperto, poi sentiamo un grido e alziamo la testa. Francesco dalla finestra di casa urla con voce nasale " Portatele su!!! "
Roby e Ciccio afferrano la ragazza ubriaca per le ascelle, entriamo nel portone e cominciamo a salire i gradini di una infinita scala a chiocciola molto stretta.
"Portatela in bagno", ci ha accolto Fra.
Così la spagnola è finita abbracciata alla tazza del cesso, Fra si è messo a cucinare bistecche e hamburger per le ragazze e noi ci siamo messi a fumare in salotto sdraiati sui cuscini rossi arabi buttati sul tappeto.
"Ragazzi... sabato sera ho passato una serata che è finita lunedì mattina" ha esordito Ivo
"E la domenica l'hai saltata?" ride Andrea.
Tra risate, vomitate , bistecche vino e sigarette si è fatta l'alba. Se non fosse per quella ragazza spagnola ubriaca quasi in coma etilico che mi ha fatto proprio spaventare... non si reggeva in piedi e parlava a malapena. A vederla ridotta così mi si sono davvero attorcigliate le budella! Quando ce ne siamo andati lei dormiva sul letto di Fra...chissà cosa ricorderà di questa nottata romana...
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